SASSOFONI

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Una sfida (quasi) impossibile

È noto a tutti coloro che sanno di sax, che gli strumenti più ricercati, quelli con il suono più ricco, morbido e avvolgente, sono quelli costruiti a partire dagli anni '50 fino ai primi anni '60. Oltre alle indubbie qualità intrinseche, ad aumentarne l'aurea fino quasi alla mitizzazione è concorso il fatto che proprio in quegli anni ne abbiano fatto uso alcuni fra i più grandi musicisti del novecento, i quali ci hanno lasciato in eredità meravigliose e insuperabili tracce sonore.
Le produzioni post '60, cambiando i processi produttivi, passati da manuali a meccanizzati, presentavano una qualità di suono meno interessante, pertanto si continuava a suonare (e a cercare) ciò che era stato prodotto in precedenza. Il trascorrere dei decenni allargava poi sempre di più questo solco emozionale, in quanto i Sax prodotti si discostavano dal modello mitico, ponendo quella categoria di strumenti in cima alla lista dei desideri di ogni musicista.
Le aziende produttrici di strumenti professionali hanno, successivamente, progettato e messo in commercio Saxofoni sempre più evoluti nella parte meccanica e con unʼintonazione generale più raffinata; alcune di loro hanno cercato, attraverso la facilità dell'emissione, di stimolare il punto di interesse degli utenti. Tutto questo però non ha mai convinto pienamente lo zoccolo duro del mercato mondiale, affascinato e rapito dagli strumenti vintage e disposti, in alcuni casi, a sacrificare tanto lʼergonomia quanto lʼomogeneità dei suoni, pur di avere quella determinata grana sonora

Alla luce di tutto ciò, pensare di costruire un Sax, che solo potesse avvicinarsi a quanto sommariamente descritto, sembrava non solo velleitario ma oggettivamente visionario. Soprattutto considerando il fatto che valenti aziende multinazionali, con a disposizione ingenti mezzi economici e professionali, avevano di fatto dovuto puntare su altre caratteristiche, vista l'impossibilità di avvicinarsi alle qualità timbriche dei modelli del passato.

La qualità del SUONO alla Borgani non è mai stato un problema. Partendo da questo presupposto, alla fine degli anni '80 , Orfeo Borgani ha deciso quindi di cimentarsi in un progetto quasi impossibile da realizzare: costruire Saxofoni professionali di impostazione moderna, che fossero però portatori dell'inconfondibile timbro di quelli entrati nella leggenda. Per fare questo occorreva tornare all'antico, realizzando a mano la battitura della lastra di ottone, con il solo ausilio del martello e della sapienza delle mani dellʼuomo. Grazie a questa intuizione, lʼAzienda Borgani è riuscita nell'impresa di realizzare, ai giorni nostri, dei corpi sonori che sono di fatto capaci di riprodurre il Suono di qualità cercato. Questo insuperato processo produttivo, ha permesso infatti al metallo di modificarsi, in meglio, con lʼuso e con il passare del tempo, in una continua evoluzione, offrendo infinite sfumature sonore, davvero irripetibili.

Il costante confronto con Saxofonisti che provengono da stili musicali differenti ha poi evidenziato lʼesigenza di dover disporre di caratteristiche timbriche diverse, per offrire al musicista le peculiarità maggiormente utili al suo genere musicale o al suo gusto interpretativo. Ciò ha poi condotto l' Azienda all'ideazione e alla realizzazione di unʼaltra innovazione unica nel suo genere: le leghe sonore. Utilizzando sapienti combinazioni di metalli preziosi, si è infatti riusciti a dare diverse coniugazioni di suono agli strumenti.
La piena soddisfazione di tutti quei Musicisti - da notissimi e affermati a semplici appassionati - che hanno scelto di suonare i Saxofoni Borgani, è il riconoscimento più importante per aver saputo realizzare un progetto tanto originale quanto apparentemente improbabile, frutto di passione, audacia e di grande ingegno.